Ha studiato presso l'Università di Utrecht lingua e letteratura olandese e cultura celtica. Il suo esordio letterario è avvenuto nel 1999, con la raccolta di racconti Winterhanden, nonostante avesse pronti già due romanzi, ottenendo un buon successo di critica e mettendosi in luce nel panorama nazionale olandese. Il suo primo romanzo, Lichtjaren (letteralmente "anni luce") è stato pubblicato nel 2004, procurandogli una candidatura al Libris Literature Prize. Il successivo Spel ("gioco", "partita") è stato tradotto anche in Germania.
Il suo più grande successo letterario è il romanzo La presa (Grip, in lingua originale) del 2011 che lo ha reso noto al pubblico mondiale, tradotto anche in Germania, Norvegia e Italia. La presa ha ricevuto numerosi premi.
Trama: Felici così non lo saremo mai più” è la frase che da vent’anni risuona nell’orecchio di Paul. All’università formava con Vincent, Martin e Lotte un inseparabile quartetto di amici e appassionati alpinisti, ma dopo una scalata sulle isole Lofoten le loro strade si sono improvvisamente divise. Solo oggi, in un’assolata mattina d’estate, alla stazione di Bruxelles, ha inizio il viaggio che li porterà a rivedersi. Ma più l’incontro si avvicina, più la tensione sale, e la memoria torna su quelle vette sospese tra il mare e il cielo, quando il mondo era ancora fatto di sogni e possibilità senza fine, quando Vincent era troppo preso dalle sue sfide per dare ascolto al cuore, Martin non aveva altri desideri che il riscatto sociale, e Lotte era un presuntuoso maschiaccio, ma così affascinante, così inafferrabile. Fino a quell’irrecuperabile attimo in cui il caso o l’urgenza della vita li ha chiamati a una scelta che ha segnato il loro destino. E solo ora, mentre il puzzle di quei giorni si ricompone, rivelando a ognuno le proprie colpe, debolezze, illusioni verso l’amicizia, l’amore, la felicità, si fa strada la domanda: Ma è davvero questa la vita che volevo vivere? Con un raffinato romanzo psicologico che segue il ritmo del pensiero in un crescendo d’intensità, sullo sfondo di una natura estatica che sembra prendersi gioco di ogni ambizione umana, Enter racconta il rischio di vivere, la vertigine della libertà di scelta, quella presa che continua a sfuggire nella scalata del destino, e il potere unico del ricordo di rendere eterno un attimo, di fermare l’inesorabile clessidra del tempo.
Liberamente tratto dal Web
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