Philip Milton Roth (19 marzo 1933 – 22 maggio 2018)
Roth è nato a Newark,
nel New
Jersey figlio di immigrati galiziani di origine ebraica. Si
è laureato alla Bucknell University ed ha preso il master alla Chicago University in
letteratura anglosassone. Si è dedicato all'insegnamento fino al 1991 quando ha
deciso di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Negli anni ha scritto
numerosi romanzi di grande successo.
Durante gli anni vissuti a Chicago, Roth ha sposato Margaret Martinson, dalla quale si è separato nel 1963. La donna è poi morta in un incidente stradale nel 1968, evento che è diventato parte della sua opera, con l'esplorazione dell'interiorità di personaggi che hanno perduto qualcuno improvvisamente e ne cercano una ragione o si domandano se ne hanno in qualche modo colpa. Nel 1990 Roth ha sposato in seconde nozze Claire Bloom, un'attrice con cui conviveva da tempo. Nel 1994, si è separato anche da lei.
Roth ha probabilmente
sofferto di esaurimento nervoso, non correttamente curato, che gli causava
insonnia e, a sentire la seconda moglie, qualche crudeltà mentale.
Il 10 novembre 2012,
all'età di 79 anni, Roth ha annunciato pubblicamente in un'intervista il suo
addio alla letteratura, usando questa metafora: «Alla fine della sua vita il
pugile Joe Louis disse: "Ho fatto del mio meglio con i mezzi a mia
disposizione". È esattamente quello che direi oggi del mio lavoro. Ho
deciso che ho chiuso con la narrativa. Non voglio leggerla, non voglio
scriverla, e non voglio nemmeno parlarne». Subito dopo si è definitivamente
trasferito nella fattoria di sua proprietà nel Connecticut.
Muore a New York il 22
maggio 2018, a 85 anni, a causa di un'insufficienza cardiaca
Trama
La vicenda è una storia
alternativa che si svolge negli Stati Uniti, dove vive Philip Roth, un
ragazzino ebreo che abita in un quartiere semita. L'autore immagina che alle
elezioni presidenziali del 1940 venga eletto Charles Lindbergh, il
famoso aviatore di stampo antisemita invece di Roosevelt, che proclama la
pace dell'America e la sua neutralità nella seconda guerra mondiale. Per
questi motivi stringe un patto di non aggressione con Hitler e il Giappone.
In seguito all'elezione
di Lindbergh, gli ebrei
di tutta l'America temono ritorsioni antisemite. Alvin, il
cugino di Philip, decide di andare ad arruolarsi nelle forze militari canadesi
che cercano di combattere lo strapotere della Germania in Europa.
Intanto il fratello di
Philip e sua zia Evelyn partecipano ai congressi organizzati dal presidente che
cerca apparentemente di integrare gli ebrei nella società, ma in realtà li
vuole individuare e separare tra di loro, mandandoli a vivere in diversi Stati.
Quando viene ucciso
Walter Winchell, uno dei giornalisti che si opponevano a Lindbergh, si scatena
l'ira degli antisemiti e ne nasce una “caccia all'ebreo”, che sfocia in 122
morti. È in questo momento che Lindbergh scompare con il suo aereo e la
presidenza degli Stati Uniti viene presa dal suo vice, Wheeler, che non cerca di fermare il pogrom,
bensì lo alimenta. In seguito a settimane di continua paura la moglie di Lindbergh
chiede alla nazione di mantenere la calma e prega i membri del parlamento di
togliere dalla carica di presidente Wheeler, che sta palesemente violando la
carta costituzionale. Le sue richieste vengono esaudite, si indicono nuove
elezioni in seguito alle quali torna a governare Franklin D. Roosevelt che
rimette pace in America e partecipa alla guerra vincendo e facendo terminare il
conflitto nel modo conosciuto.
Nell'epilogo del romanzo
la zia di Philip, Evelyn, rivela che un complotto era in atto contro l'America:
Lindbergh e sua moglie non erano altro che dei burattini nelle mani di Hitler,
che aveva rapito loro il figlio e minacciava di ucciderlo. Era stato lo stesso
Hitler a preparare i loro discorsi e aprire loro la strada verso la Casa Bianca,
in modo da avere sotto controllo l'America ed assicurarsi che non attaccasse la
Germania né i suoi alleati. Si suppone che Lindbergh sia stato rapito e poi
fatto sparire proprio dai tedeschi perché non stava mettendo in atto abbastanza
misure antisemite.
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