Fernando Aramburu, nato a San
Sebastián nel 1959, ha studiato Filologia ispanica all’Università di Saragozza
e negli anni Novanta si è trasferito in Germania per insegnare spagnolo. Dal
2009 ha abbandonato la docenza per dedicarsi alla scrittura e alle
collaborazioni giornalistiche. Ha pubblicato romanzi e raccolte di racconti,
che sono stati tradotti in diverse lingue e hanno ottenuto numerosi
riconoscimenti. Patria (2017), uscito in Spagna nel settembre
2016, ha avuto un successo eccezionale e un vastissimo consenso, conquistando,
fra gli altri, il Premio de la Crítica 2017. In Italia ha pubblicato Vita
di un pidocchio chiamato Mattia (2008), I pesci dell'amarezza (2007), Il
trombettista dell'utopia (2005), Anni lenti (2018)
e Mariluz e le sue strane avventure (2019).
Trama
Due famiglie legate a doppio filo,
quelle di Joxian e del Txato, cresciuti entrambi nello stesso paesino alle
porte di San Sebastián, vicini di casa, inseparabili nelle serate all’osteria e
nelle domeniche in bicicletta. E anche le loro mogli, Miren e Bittori, erano
legate da una solida amicizia, così come i loro figli, compagni di giochi e di
studi tra gli anni Settanta e Ottanta. Ma poi un evento tragico ha scavato un
cratere nelle loro vite, spezzate per sempre in un prima e un dopo: il Txato,
con la sua impresa di trasporti, è stato preso di mira dall’ETA, e dopo una
serie di messaggi intimidatori a cui ha testardamente rifiutato di piegarsi, è
caduto vittima di un attentato. Bittori se n’è andata, non riuscendo più a
vivere nel posto in cui le hanno ammazzato il marito, il posto in cui la sua
presenza non è più gradita, perché le vittime danno fastidio. Anche a quelli
che un tempo si proclamavano amici. Anche a quei vicini di casa che sono forse
i genitori, il fratello, la sorella di un assassino. Passano gli anni, ma
Bittori non rinuncia a pretendere la verità e a farsi chiedere perdono, a
cercare la via verso una riconciliazione necessaria non solo per lei, ma per
tutte le persone coinvolte.liberamente tratto dal web
Fernando Aramburu, nato a San
Sebastián nel 1959, ha studiato Filologia ispanica all’Università di Saragozza
e negli anni Novanta si è trasferito in Germania per insegnare spagnolo. Dal
2009 ha abbandonato la docenza per dedicarsi alla scrittura e alle
collaborazioni giornalistiche. Ha pubblicato romanzi e raccolte di racconti,
che sono stati tradotti in diverse lingue e hanno ottenuto numerosi
riconoscimenti. Patria (2017), uscito in Spagna nel settembre
2016, ha avuto un successo eccezionale e un vastissimo consenso, conquistando,
fra gli altri, il Premio de la Crítica 2017. In Italia ha pubblicato Vita
di un pidocchio chiamato Mattia (2008), I pesci dell'amarezza (2007), Il
trombettista dell'utopia (2005), Anni lenti (2018)
e Mariluz e le sue strane avventure (2019).
Trama
Due famiglie legate a doppio filo, quelle di Joxian e del Txato, cresciuti entrambi nello stesso paesino alle porte di San Sebastián, vicini di casa, inseparabili nelle serate all’osteria e nelle domeniche in bicicletta. E anche le loro mogli, Miren e Bittori, erano legate da una solida amicizia, così come i loro figli, compagni di giochi e di studi tra gli anni Settanta e Ottanta. Ma poi un evento tragico ha scavato un cratere nelle loro vite, spezzate per sempre in un prima e un dopo: il Txato, con la sua impresa di trasporti, è stato preso di mira dall’ETA, e dopo una serie di messaggi intimidatori a cui ha testardamente rifiutato di piegarsi, è caduto vittima di un attentato. Bittori se n’è andata, non riuscendo più a vivere nel posto in cui le hanno ammazzato il marito, il posto in cui la sua presenza non è più gradita, perché le vittime danno fastidio. Anche a quelli che un tempo si proclamavano amici. Anche a quei vicini di casa che sono forse i genitori, il fratello, la sorella di un assassino. Passano gli anni, ma Bittori non rinuncia a pretendere la verità e a farsi chiedere perdono, a cercare la via verso una riconciliazione necessaria non solo per lei, ma per tutte le persone coinvolte.liberamente tratto dal web