domenica 12 luglio 2020

Suite per un castagno di Raethia Corsini


Raethia Corsini nata a Milano (per caso), è toscana DOC da più di cinque generazioni e ha trascorso l’infanzia e buona parte dell’adolescenza sull’Appennino tosco-emiliano. Ha studiato e si è formata a Milano, ha girato i cinque continenti e oggi vive e lavora a Roma. Giornalista professionista, free lance dal lontano 1989, ha scritto di viaggi, cibo, società per i principali magazine italiani. Collabora con D-laRepubblica e Wall Street International, ha pubblicato racconti di viaggio e costume in Francia e in Italia ed è co-curatrice di smALLbooks , prima collana editoriale italiana dedicata ai temi della famiglia che cambia. Con Guido Tommasi ha pubblicato Nei miei panni, biografia intima di Mila Schön (2006) e Spiriti Bollenti (2011), ritratti di 21 chef. 

Trama
La struttura della suite prevede l’alternanza di brani con un tema comune. In questo caso l’alternanza di memorie, riflessioni, colori, racconti, informazioni, ricette, realtà, fantasia, rimandi, citazioni, suoni e profumi è scandita in quattro movimenti che portano i nomi delle quattro stagioni e ruotano intorno al tema centrale del vecchio castagno, detto Gnone, amico fedele e complice di una bimba che visse fino ai nove anni in un borgo dell’Appennino. I ricordi di una bambina dall’immaginazione fervida si intrecciano alle considerazioni della donna adulta che rievoca quel passato allargando la visione dal campo stretto familiare, personale e intimo a quello largo della storia, storia piccola e storia grande, e a volte persino a quello larghissimo dell’evoluzione terrestre e in particolare dei castagni, di quegli alberi che hanno messo radici sulla terra prima dell’uomo.
Liberamente tratto dal web

La traduttricedi Rabih Alameddine


Rabih Alameddine è nato ad Ammn, in Giordania, nel 1959, vive e lavora tra San Francisco e Beirut. Di genitori libanesi, è cresciuto tra Kuwait e Libano, ha studiato nel Regno Unito e negli Stati Uniti laurenadosi in ingegneria all'UCLA e ottenendo un MBA all'Università di San Francisco. Dopo aver studiato psicologia clinica, ha intrapreso l'attività di pittore (esponendo a New York e Londra), prima di esordire nella narrativa nel 1998 con il romanzo in forma di vignette Koolaids: The Art of War. Autore eclettico di una raccolta di racconti e cinque romanzi a volte meta-narrativi (Io, la divina del 2001 ad esempio è composto di soli capitoli primi), ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra i quali il Prix Femina Etranger nel 2016 per La traduttrice.
Trama
Aaliya Sobhi, 72 anni, i capelli tinti di blu, vive a Birut nel suo grande appartamento, tra ricordi e insonnia, aspettando l'arrivo del nuovo anno. Aaliya ha dedicato anni e anni a leggere i capolavori della letteratura mondiale per poi tradurli, in silenzio, per puro amore, senza che alcuna traduzione veda mai la luce della pubblicazione. Fuori, per le vie della città, cadono bombe e si odono gli echi di una guerra capace di trasformare giovani pacifici in spie e assassini, come Ahmed, un ragazzo pieno di entusiasmo, profugo palestinese, che anni prima aveva accettato di lavorare gratuitamente per lei e che ben presto però la passione politica aveva strappato all’amore per la cultura e lo aveva trasformato in uno dei grandi torturatori del Libano. Anni dopo Aaliya lo aveva incontrato per chiedergli un'arma con cui difendersi, durante la guerra, in caso di attacco e da allora dormiva con un fucile accanto al letto. Siamo ciò che leggiamo, disse un saggio, e Aaliya è questo: una creatura meravigliosa, fatta di carta, eppure viva, piena di umorismo, che si nasconde da tutto e tutti dentro una vecchia giacca di lana e dietro la letteratura, cercando nei libri l'amore che la sua famiglia non è stata in grado di darle.
Liberamente tratto dal web