giovedì 20 dicembre 2018

Canale Mussolini di Antonio Pennacchi


Figlio di coloni provenienti da Umbria e Veneto e giunti nel Lazio per la bonifica dell'Agro Pontino Pennacchi è parte di una famiglia numerosa con sette figli. Si dedica alla politica sin da giovanissimo, iscrivendosi al MSI , ma ne viene presto espulso per contrasti con i vertici del partito. Dopo una lunga riflessione si avvicina al marxismo e partecipa alla contestazione del Sessantotto. Nel frattempo inizia a lavorare come operaio alla "Fulgorcavi" di Latina, dove rimarrà per oltre trent'anni. Alla fine degli anni '70 entra nel PSI e quindi nella CGIL, dalla quale viene espulso. Entra allora nella UIL, passa al PCI e di nuovo alla CGIL, da cui è espulso nuovamente nel 1983. Lascia quindi la politica e si laurea in lettere all'Università di Roma "La Sapienza" sfruttando un periodo di cassa integrazione. Inizia così l'attività di scrittore. Il suo romanzo di esordio, Mammut, riceve 55 rifiuti da 33 editori prima di essere pubblicato da Donzelli nel 1994. Nel 1995 esce Palude, dedicato alla sua città, e Una nuvola rossa (1998). Nel 2003 esce l'autobiografico Il fasciocomunista da cui è stato  tratto il film Mio fratello è figlio unico. La pellicola ha avuto un successo sorprendente al botteghino e ha vinto un premio speciale al festival di cannes, ma lo scrittore ha fortemente polemizzato con il regista perché nella seconda parte del film la trama del libro è stata stravolta. Dello stesso anno è la raccolta di saggi Viaggio per le città del Duce  e del 2005, invece, i saggi de L'autobus di Stalin. Nel giugno del 2006 esce la raccolta di racconti Shaw 150. Storie di fabbrica e dintorni. Pennacchi collabora alla rivista Limes. Dal 2007, l'autore è impegnato in un progetto che prevede la scrittura del romanzo Cronache da un pianeta abbandonato, attraverso la partecipazione e la collaborazione di autori sconosciuti. Nel 2008 è uscito il saggio Fascio e Martello, in cui descrive le città fondate nel periodo fascista in tutta Italia. Il 2 marzo 2010 è uscito Canale Mussolini. Il libro, definito dall'autore come "l'opera per la quale sono venuto al mondo", ha vinto numerosi premi. Nel 2012 si lancia in un nuovo progetto: Pianura Blu per il recupero dei canali di bonifica dell'Agro Pontino e per la creazione di una rete ciclonavigabile, con il sostegno della Sapienza Università di Roma e di diverse amministrazioni locali. Nel 2013 esce il suo primo romanzo di ambientazione fantastica, Storia di Karel. Nel 2015 esce Canale Mussolini, parte seconda.
Trama
Il titolo trae il nome dal principale canale di bonifica dell'Agro Pontino, chiamato all'epoca Canale Mussolini e oggi Canale delle Acque Alte. Il romanzo copre un arco temporale che va dagli anni dieci del Novecento alla Seconda Guerra Mondiale. Protagonista è la famiglia Peruzzi, contadini che vivono nella bassa Pianura Padana, dove coltivano terre prese in affitto o a mezzadria. Nel 1904 il nonno, capostipite della famiglia, assiste ad un comizio non autorizzato del  socialista Edmondo Rossoni e viene incarcerato insieme lui. I due presto diventano amici e il nonno aderisce al socialismo battezzando i figli coi nomi dei leader della sinistra dell'epoca. Nel primo dopoguerra la famiglia è coinvolta negli scontri fra squadristi e socialisti. Questi ultimi, per ritorsione contro i Peruzzi che non avevano voluto assumere alcuni braccianti, decidono di dar fuoco al loro pagliaio. I Peruzzi si vendicano sparando al maestro elementare del paese, capo del locale movimento socialista, ed incendiando la camera del lavoro di Codigoro. Alcuni dei Peruzzi parteciperanno anche alla marcia su Roma nel 1922 e, poco dopo, Pericle viene incaricato dal Partito, insieme ad altri due camerata, di picchiare un coraggioso sacerdote antifascista della vicina Comacchio. Nel frattempo la famiglia, che si va allargando con nuovi matrimoni e nuove nascite, prende a mezzadria i terreni dei conti Zorzi Vila. Quando però nel 1926 il governo di Mussolini, propone una nuova politica economica durissima, gli Zorzi Vila ne approfittano per sottrarre alle famiglie al loro servizio tutti i loro averi. La sciagura colpisce anche i Peruzzi, i quali decidono di mandare una loro delegazione a Roma: contano di ricevere il sostegno del governo per il loro passato da squadristi. Incontrano proprio il Rossoni, che nel frattempo ha aderito al fascismo diventando sottosegretario il quale fa capire loro che non può far nulla contro gli Zorzi Vila ma può affidare ai Peruzzi un podere tutto loro nelle Paludi Pontine che il regime sta iniziando a bonificare. I Peruzzi accettano e partono per il Lazio. Vengono insediati nei poderi 516 e 517 dell'Opera Nazionale Combattenti, alla sinistra del "Canale Mussolini", il principale canale della bonifica. Nel dicembre del 1932 assistono all'inaugurazione della nuova città di  Littoria. La vita dei coloni nella nuova terra però è piena di difficoltà: i lavori di bonifica non riescono a sterminare la zanzara anofele e la malaria continua a colpire. Gli abitanti del luogo poco gradiscono i nuovi arrivati che ribattezzano cispadani cioè invasori (i coloni reagiscono chiamando i locali marocchini) e non mancano scontri e vendette reciproche. Nel frattempo la coltivazione della fertile terra dei Peruzzi permette loro di risollevarsi economicamente. La famiglia partecipa attivamente alla vita rurale dei coloni con i suoi riti: i filò fra vicini di poderi e la Messa ogni domenica nelle chiese che vengono affidate ai preti veneti perché i sacerdoti della locale diocesi non riescono a comprendere il dialetto dei cispadani. Nel 1935 Adelchi partecipa alla guerra di Etiopia e con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale diversi giovani dei Peruzzi vengono mandati al fronte. In Africa Orientale Pericle muore ma il suo corpo non verrà mai ritrovato. Sua moglie, Armida inizia una relazione incestuosa con il nipote Paride. Rimane incinta di un bambino e i Peruzzi per la vergogna la cacciano di casa. Per via della guerra e della gravidanza però le concedono momentaneamente di restare. Nell'inverno del 1944 gli Alleati, nel tentativo di sfondare la linea Gustav, sbarcano ad Anzio e iniziano una lunghissima battaglia con i tedesch. Per ritardare l'avanzata alleata vengono sabotate le opere di bonifica e la battaglia si combatte anche sul Canale Mussolini. I coloni, Peruzzi compresi, credendo che gli americani vogliano togliere loro i poderi e per lealtà verso il duce, decidono di sostenere i tedeschi e i repubblichini, arrivando a sparare fucilate contro le pattuglie alleate. Poi quando la linea del fronte si stabilizza a poca distanza dai loro poderi sono costretti dallo stesso comando tedesco ad abbandonare le case e a rifugiarsi sui Monti Lepini. Le comuni difficoltà della guerra aiutano cispadani e marocchini a superare le reciproche diffidenze. L'Agro Pontino viene infine liberato a maggio del 1944. Gli americani si rivelano benigni e grazie al DDT estirpano la zanzara anofele dalla regione. I Peruzzi ritornano nei loro poderi distrutti e iniziano la ricostruzione, più forti e tenaci anche nella sciagura.