domenica 24 marzo 2019

Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer


Jonathan Safran Foer (21.02.1977)
Foer è nato a Washington, D.C., figlio di Albert Foer, avvocato e presidente dell'American Antitrust Institute, e di Esther Safran Foer, figlia di sopravvissuti all'olocausto in Polonia. Ha frequentato la Princeton University, dove gli sono stati assegnati vari premi di scrittura creativa, e prima di cominciare a scrivere ha frequentato per un certo periodo la Mount Sinai School of Medicine. Nel 1999 si è spostato in Ucraina per fare ricerche sulla vita di suo nonno. Questo viaggio ha ispirato il suo romanzo d'esordio, intitolato Ogni cosa è illuminata, dal quale è stato tratto un film nel 2005. Anche dal suo secondo romanzo Molto forte, incredibilmente vicino è stato tratto un film che ha riscosso un notevole successo. Foer ha poi scritto Se niente importa, in cui descrive l'impatto ambientale degli allevamenti intensivi, le sofferenze patite dagli animali da macello e la sua decisione di diventare vegetariano. Nel novembre 2010 ha pubblicato Tree Of Codes, un'opera realizzata ritagliando parole di un libro già esistente (The street of crocodiles di bruno Schulz) e nel 2016 il suo nuovo romanzo Eccomi.
Trama
Molto forte, incredibilmente vicino è stato uno dei primi romanzi ad affrontare il tema degli attacchi terroristici dell'11 settembre. Il libro interseca sostanzialmente due storie che si alternano: quella di Oskar Schell un ragazzino di nove anni e dei suoi nonni paterni. Oskar ha un dolore incolmabile: ha perso il padre, Thomas, nell'attentato alle torri gemelle dell' 11 settembre 2001. Oskar è un ragazzo sveglio, creativito, fantasioso, sensibile e curioso. Frugando nel ripostiglio del padre, dentro ad un vaso trova una chiave con una scritta: Black. Si mette a cercare tutti i Black di New York per sapere a chi appartenga e cosa apra. Organizza i nomi in un elenco, divisi per quartieri e comincia a far visita ad ognuno di loro. Dopo ricerche ed incontri strani verrà a capo dell'apparente e banale mistero. Più complesso l'intreccio della storia dei nonni. Oskar vive con la madre Linda e la nonna paterna. Il nonno paterno non l'ha mai conosciuto così come Thomas non aveva mai conosciuto suo padre. La nonna di Oskar era emigrata in America dalla Germania poco dopo la fine della seconda guerra mondiale. Qualche mese dopo il suo arrivo, camminando per New York, aveva incontrato, per caso, il fidanzato della sorella Anna morta a Dresda in un bombardamento. L'uomo, distrutto da quella perdita, aveva smesso di parlare e comunicava solo scrivendo sui diari e mostrando i palmi delle mani su cui ha tatuato le parole "SI" e "NO". La donna gli chiede insistentemente di sposarla. Lui è riluttante ma acconsente stabilendo rigide regole di convivenza e delimitando con delle strisce sul pavimento gli spazi della casa ciascuno destinata ad una precisa funzione. Lei però desidera un bambino e alla fine rimane incinta ma fa di tutto per nasconderlo. Quando costretta dai tempi, glielo comunica, lui non regge e fugge. Solo decenni dopo, quando troverà tra l'elenco delle vittime delle torri il nome del figlio, si ripresenta alla porta della moglie. Lei è turbata ma non lo scaccia, lo costringe però a rimanere in incognito nell'appartamento, come "l'inquilino" e gli fa promettere di non farsi vedere e soprattutto di non farsi riconoscere dal nipote. I due però finiscono casualmente per incontrarsi. La vita è più spaventosa della morte" confesserà in incognito all'ignaro nipote davanti alla bara vuota del figlio, riesumata da entrambi di nascosto una notte, e che riempirà con le centinaia di lettere che gli aveva scritto e mai spedite.
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