martedì 1 ottobre 2019

“Troppa memoria è pericolosa” (piccolo commento a Il Tunnel di Abraham Yehoshua)


In una recente intervista Abraham Yehoshua afferma che “In Israele ogni gruppo etnico afferma la propria memoria storica sacrificando il dialogo e la vita quotidiana (…) Siamo divisi in molti gruppi etnici e siamo esageratamente attaccati alla memoria, e non a quello che accade attorno a noi (…) La troppa memoria si trasforma in una barriera contro l’amicizia e la cooperazione tra persone”. Per Yehoshua quindi “Troppa memoria è pericolosa” e allora il protagonista de Il Tunnel è un uomo alle soglie della demenza, che sta per perdere la memoria e ritrovare la sua umanità. Zvi Luria ha lavorato una vita costruendo strade e tunnel, senza curarsi di dove passano e dove portano, delle persone che ci viaggiano e ci vivono vicino. Per evitare possibili problemi ha anche evitato di conoscere i dettagli personali delle vite dei suoi colleghi, di cui sa praticamente solo nome e cognome. Ma poi i nomi hanno incominciato a svanire dalla sua mente, numeri, indirizzi, avvenimenti e Zvi Luria è cambiato, ha abbassato le difese lasciandosi coinvolgere dagli avvenimenti e dalle persone. E’diventato empatico, ha incominciato a interessarsi alla vita delle persone che incontra e a volerle aiutare e proprio per aiutare un giovane ingegnere e una famiglia di palestinesi (e forse in qualche modo anche sè stesso) progetta il suo ultimo tunnel. Sul tracciato di una strada militare in progettazione infatti, si trova una collina, un luogo ricco di storia (un antico insediamento nabateo) e di vita, e dovrebbe essere distrutta, spianata, cancellata. Invece il tunnel, che passa sotto la collina, protegge chi vi abita, preserva il passato e nasconde il tutto alla vista di chi vi transita. Il tunnel è come la mente confusa e la memoria di Zvi che sta svanendo piano piano, consente di andare oltre gli ostacoli e i problemi. La malattia di Zvi Luria lo lascia senza ricordi, come nudo davanti al tunnel che è il suo futuro, ma non triste e disperato perché non è solo. Vicino a lui ci sono la moglie e i figli che lo amano di un amore saldo e immutabile. Come conclude Yehoshua “L’amore è il fulcro, il più prezioso elemento dell’anima umana (...) Cosa sarebbe l’essere umano senza l’amore”.