martedì 11 luglio 2017

Le otto montagne di Paolo Cognetti


Paolo Cognetti (27 gennaio 1978 ) ha studiato matematica all'università e letteratura americana da autodidatta. Abbandonati gli studi accademici, nel 1999 si è diplomato alla Civica Scuola di Cinema di Milano, e con un amico ha fondato una casa di produzione indipendente, Cameracar, per la realizzazione di documentari a carattere sociale, politico e letterario.  Come narratore ha esordito nel 2003 con il racconto Fare ordine. Negli anni seguenti ha pubblicato le due raccolte di racconti Manuale per ragazze di successo (2004) e una cosa piccola che sta per esplodere (2007) e il "romanzo di racconti" Sofia si veste sempre di nero (2012), tutti vincitori di numerosi premi. Dopo una serie di documentari sulla letteratura americana ha pubblicato nel 2010 New York è una finestra senza tende e nel 2014 Tutte le mie preghiere guardano verso ovest. Nel 2015 ha inoltre curato per Einaudi l'antologia New York Stories. L'altra passione di Cognetti è la montagna, dove trascorre in solitudine alcuni mesi all'anno, da questi eremitaggi è nato un diario Il ragazzo selvatico (2013) Nel 2014 è uscito A pesca nelle pozze più profonde, una meditazione sull'arte di scrivere racconti. Nel 2016 è uscito Le otto montagne, che ha vinto il Premio Strega 2017.

Trama

Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po' scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo «chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l'accesso» ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E lí, ad aspettarlo, c'è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano cosí estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri piú aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, «la cosa piú simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui». Una volta cresciuto Paolo diventa un documentarista e divide il suo tempo tra le montagne dell'infanzia, dove ritrova l'amico Bruno, e le vette himalayane.
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