domenica 1 gennaio 2023

Evgenij Onegin di Aleksandr Puškin

Aleksandr Sergeevič Puškin (Mosca, 6 giugno 1799 – San Pietroburgo, 10 febbraio 1937) è considerato il fondatore della lingua letteraria russa contemporanea e le sue opere, tra le migliori manifestazioni del romanticismo russo, hanno ispirato numerosi scrittori, compositori e artisti. Il padre, Sergej L'vovič Puškin era un maggiore in congedo, appartenente ad un'antichissima famiglia aristocratica russa, era un uomo dedito alla mondanità e molto avaro. La madre, Nadežda Osipovna era la figlia di un gentiluomo, a sua volta figlio di un generale russo di origine africana, anche lei amante della mondanità, descritta come «dispotica e capricciosa».

Non venne educato dai genitori, bensì dalla nonna materna, dallo zio materno Vasilij, che apparteneva a un circolo letterario d'avanguardia chiamato Arzamas, e dalla balia Arina Rodionovna. La sua educazione, come quella dei fratelli, fu tuttavia alquanto disordinata, prima dell'ingresso al Liceo imperiale di Carskoe Selo, dove Puškin entrò in contatto con famosi poeti e cominciò a scrivere versi.

Dopo aver completato i suoi studi nel 1817, Puškin diventò funzionario del Ministero degli Esteri a San Pietroburgo, anche se di fatto non risulta che abbia mai svolto alcun lavoro ministeriale, e dove invece faceva vita mondana e frequentava società letterarie politiche progressiste, come l'Arzamas e la Lampada verde. A causa di alcuni scritti rivoluzionari, che erano giunti a conoscenza dello stesso zar Alessandro I, fu costretto a lasciare la città e ad assumere un incarico governativo nella sperduta e lontana Ekaterinoslav. Lavorò nel frattempo ad un poema epico romantico in sei canti Ruslan e Ljudmila, edito nel 1822, che gli valse il rispetto e gli onori della nuova generazione di letterati e le antipatie della vecchia.

Puškin trasse vantaggio dal confino viaggiando al seguito del generale V. F. Raevskij, nominato suo custode, e visitando diverse regioni dell'Impero russo; in Moldavia, entrò nella Massoneria. Durante i due anni di confino scrisse Il prigioniero del Caucaso e una serie di liriche e poemetti in stile byroniano oltre ai primi tre canti dell'Evgenij Onegin. Nel 1823 venne trasferito ad Odessa alle dipendenze del principe Voroncov, governatore generale della Nuova Russia, che lo denunciò alla polizia per attività sovversiva, per vendicarsi della relazione che il poeta aveva con sua moglie. Fu quindi mandato in esilio presso Pskov, nella tenuta materna di Michajlovskoe, dove rimase, senza la possibilità di allontanarsene, fino al 1826. Intanto nel 1825 finì il poema drammatico Boris Godunov (rappresentato solo nel 1831) e il racconto in versi Il conte Nulin, oltre a diverse poesie.

Tornato a San Pietroburgo si sposò nel 1831 con Natal'ja Nikolaevna Gončarova, con cui ebbe quattro figli. Nello stesso anno Puškin incontra Gogol', e con lui instaura un forte rapporto di amicizia e reciproca stima, tanto che, quando nel 1836 avvia una sua rivista, pubblica al suo interno alcuni dei racconti più belli e famosi di Gogol'. Intanto Puškin e sua moglie cominciarono a frequentare la società di corte e gli eventi mondani; fu un periodo di problemi finanziari e umiliazioni per lo scrittore, soprattutto a causa della moglie e dei suoi numerosi ammiratori, tra i quali lo zar stesso.

Nel 1833 uscì in volume Evgenij Onegin (con un capitolo censurato) e pubblicò La dama di picche, nel 1835 l'antologia Poemi e racconti.

Nel 1837, a seguito d'una lettera anonima che insinuava l'infedeltà della moglie, dopo aver insultato il barone van Heeckeren, ambasciatore del Regno dei Paesi Bassi e padre adottivo del presunto amante di lei, il barone francese Georges d'Anthès, Puškin fu sfidato a duello. Il duello si svolse alle quattro del pomeriggio dell'8 febbraio 1837, il barone Georges d'Anthès ferì Puškin che morì due giorni dopo, ad appena 37 anni per complicanze settiche della ferita all'addome.

Puskin mostrò pentimento e conseguentemente ebbe funerali religiosi. Dato che il governo temeva rivolte e dimostrazioni popolari, il funerale fu celebrato nella massima semplicità e il corpo di Puškin fu trasportato segretamente nella notte per essere sepolto nella proprietà di famiglia.

Trama

Eugenio Onegin è un giovane dandy ozioso, disilluso dalla vita e che sembra aver già provato tutto quello che gli era possibile Provando una certa noia esistenziale, si ritira in campagna e diventa amico di un giovane poeta, Vladimir Lenskij, che si è appena fidanzato con Olga. La sorella di Olga, Tatiana, si innamora a prima vista di Onegin e gli scrive una lettera infiammata, ma Onegin la respinge.

Qualche tempo dopo, Lenskij insiste perché il suo amico assista al ballo in occasione dell'onomastico di Tatiana. Onegin, scontento e annoiato, decide di vendicarsi provando a sedurre Olga che sta al gioco, con grande dispiacere di Lenskij che, sentendosi tradito, chiede riparazione con un duello. Il duello con le pistole si svolge il giorno dopo all'alba. Il destino vuole che Onegin uccida il suo amico, trovandosi così costretto a lasciare la città.

Alcuni anni dopo Onegin incontra per caso un suo cugino principe e generale, che lo invita a un ricevimento. Ad esso ritrova Tatiana, che nel frattempo ha sposato il principe. Ella è cambiata e la sua bellezza provoca molti rimpianti a Onegin, che si rende conto dell'errore commesso tempo prima quando la rifiutò. Le confessa il suo amore, ma è troppo tardi: Tatiana preferisce restare fedele a suo marito, anche se il suo amore per Onegin è ancora vivo.