giovedì 5 aprile 2018

Un incontro imprevisto (su "Il gabbiano" di Marai)

 
Il tema della ricerca della propria identità è al centro di alcuni romanzi simbolo del ‘900, come "Il fu Mattia Pascal" (1909), "Uno, nessuno, centomila" entrambi di Pirandello (1926) e "L’uomo senza qualità" di Musil (1933). Nel romanzo "Il gabbiano" di Marai, scritto nel ’43, tale ricerca si carica di implicazioni nuove in relazione alla gravità del momento storico. il Paese nel quale si svolge l’azione sta per entrare in guerra e di conseguenza la dimensione del singolo, con i suoi sentimenti e inquietudini, con le sue attese circa il futuro, sta per essere spazzata via dagli eventi, come se la libertà umana fosse irrimediabilmente schiacciata sotto il peso della storia. Inoltre, anche in tempo di pace, la società civile si è ormai strutturata in modo tale da togliere al singolo la sua originalità ("queste persone sono sempre massa anche quando sono sole…questa massa è il cascame di una civiltà…ovunque gelida complicità").
 
In questo quadro si inserisce la vicenda personale del protagonista, che si svolge come in un altro romanzo di Marai "Le braci" in un breve arco temporale: le ultime ventiquattro ore che precedono la notizia dell’entrata in guerra. C’è guerra fuori e c’è guerra dentro di lui, nei suoi sentimenti.
 
 L’incontro imprevisto con una donna straniera, incredibilmente somigliante alla donna da lui amata e purtroppo morta tragicamente, lo induce a domandarsi quale sia la reale identità di ognuno e che cosa ne garantisca l’unicità; quale sia, inoltre, il rapporto tra la libertà personale e il destino: è la grande storia che decide?  Lo stile è caratterizzato da una grande accuratezza espressiva, che è coltivata come affermazione della libertà di pensiero ("occorre cercare la vera patria che forse è la lingua") e manifesta l’avversione innata dell’autore a ogni forma di dittatura. I lunghi monologhi e l’attenzione concentrata più sulla parola che sull’azione lo rendono un romanzo originale, a tratti molto intenso e anche poetico, ma con un ritmo particolarmente lento: il ritmo proprio della riflessione interiore.