Han Kang è nata a Gwangju in Corea del Sud il 27 novembre 1970. Suo padre Han Seung-won e i suoi due fratelli sono scrittori. All’età di nove anni si è trasferita con la famiglia a Seoul, quando il padre ha lasciato l’insegnamento per diventare scrittore a tempo pieno. In quello stesso periodo le manifestazioni contro la dittatura di Chun Doo-hwan del movimento pro democrazia Gwangju Uprising furono represse dai militari, che massacrarono studenti e civili. Han Kang seppe del massacro a dodici anni, quando trovò in casa le foto fatte da un giornalista tedesco. Questa scoperta ha profondamente influenzato la sua visione dell’umanità e le sue opere letterarie.
La vita in famiglia non era
tranquilla a causa dei problemi economici del padre, ma la scrittrice ha detto
che essere circondata da libri le dava conforto. Nel 1988 si è diplomata al
liceo femminile Poongmoon e nel 1993 si è laureata alla Yonsei University in
lingua e letteratura coreana. Lo stesso anno pubblica una serie di cinque
poesie nella rivista coreana Letteratura e società. L'anno
successivo esce il suo primo romanzo, Cervo nero. Nel 2007 Han
ha pubblicato il libro A Song to Sing Calmly accompagnato da un
album musicale con canzoni cantate da lei stessa e ha iniziato a insegnare
scrittura creativa al Seoul Institute of the Arts, dove ha lavorato fino al
2018.
Nel 2016 esce, ispirato dalle
poesie del coreano Yi Sang, La vegetariana, primo libro in lingua
coreana a vincere l’International Booker Prize e nel 2017 vince il Premio
Malaparte per il libro Atti umani. Il terzo romanzo è Il
libro bianco del 2019, dedicato alla sorella morta poche ore dopo la
nascita. Nel 2019 ha consegnato un suo manoscritto inedito intitolato Dear
Son, My Beloved alla Biblioteca del futuro, che lo pubblicherà
nel 2114. Nel 2021 ha pubblicato il romanzo We Do Not Part e nel
2023 L’ora di greco.
Il 10 ottobre 2024 è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura, con la seguente motivazione: "per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana", divenendo la prima rappresentante del suo Paese a vincere un Nobel in questa categoria.
Trama
In una Seoul rovente e febbrile,
una donna vestita di nero cerca di recuperare la parola che ha perso in seguito
a una serie di traumi. Le era già successo una prima volta, da adolescente, e
allora era stato l’insolito suono di una parola francese a scardinare il
silenzio. Ora, di fronte al riaffiorare di quel mutismo, si aggrappa alla
radicale estraneità del greco di Platone nella speranza di riappropriarsi della
sua voce. Nell’aula semideserta di un’accademia privata, il suo silenzio
incontra lo sguardo velato dell’insegnante di greco, che sta perdendo la vista
e che, emigrato in Germania da ragazzo e tornato a Seoul da qualche anno,
sembra occupare uno spazio liminale fra le due lingue. Tra di loro nasce
un’intimità intessuta di penombra e di perdita, grazie alla quale la donna
riuscirà forse a ritornare in contatto con il mondo.
Liberamente tratto dal web

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