domenica 12 maggio 2024

Mattino e sera di Jon Fosse

 

Jon Olav Fosse (Haugesund, 29 settembre 1959) è uno scrittore, sceneggiatore e traduttore norvegese. Scrive in lingua nynorsk o neonorvegese (una delle due forme di scrittura ufficiali della lingua norvegese). Fosse è cresciuto a Strandebarm in una fattoria con i nonni, i genitori e due sorelle. Allevato nella fede luterana, si è ribellato nell’adolescenza dichiarandosi ateo. Da ragazzo faceva parte di una band, suonava la chitarra elettrica e scriveva canzoni. Nel 1979, dopo il liceo, si è trasferito a Bergen, dove si è iscritto all’università per studiare letteratura comparata e dove ha iniziato a scrivere. Durante gli studi, terminati con il dottorato nel 1987, si è sposato e ha avuto un figlio. Ha iniziato a pubblicare nel 1983, con il romanzo Raudt, Svart (Rosso, Nero), nel 1985 è uscito il suo secondo romanzo Stengd gitar (Closed Guitar) e nel 1986 il ciclo poetico Engel med vatn i augene (Angel with Water in Its Eyes). Nel 1987 ha pubblicato il terzo romanzo Blod. Steinen er (Blood. The Stone Is). Nel 1989 ha divorziato e si è risposato all’inizo degli anni 1990, continuando a pubblicare romanzi e dedicandosi anche a numerose traduzioni. Nel 1994 è stata messa in scena la sua prima sceneggiatura Og aldri skal vi skiljast (And We'll Never Be Parted). Ha scritto numerosi romanzi, poesie, libri per bambini e sceneggiature, ricevendo diversi riconoscimenti in patria e all’esteo. Il 5 ottobre 2023 gli è stato assegnato il Premio Nobel per la Letteratura "per le sue opere innovative e la sua prosa che danno voce all'indicibile".

Negli anni si è sposato una terza volta e ha in tutto sei figli. Nel 2012 si è convertito al cattolicesimo.

Trama

Un bambino viene al mondo; si chiamerà Johannes, sarà un pescatore. Un uomo ormai anziano muore; si chiamava Johannes, era un pescatore. Mattino e sera si estende tra i due estremi della vita, come tra i due estremi del giorno, tra i pensieri di un padre che vede nascere suo figlio e quelli di un vecchio che affronta le cose di ogni giorno, nel suo ultimo giorno, cose sempre identiche, riconoscibili, eppure definitive.

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