"Quel che resta del giorno" è un romanzo intenso e commovente. Il maggiordomo Steven parte per un viaggio attraverso la campagna inglese e si trova a viaggiare nel proprio passato, ricordando gli episodi salienti della sua vita. Trovarsi fuori dalle mura protettrici e rassicuranti di Darlington Hall è per lui, abituato a una rigida routine quotidiana, un'esperienza quasi destabilizzante. Dall'esterno però può guardare con maggiore distacco gli avvenimenti passati di cui è stato testimone, le scelte a volte discutibili del suo datore di lavoro e la sua vita professionale. La sua lealtà e fedeltà verso Lord Darlington sono totali, al punto da renderlo cieco di fronte agli errori che ne hanno causato il declino e la rovina. Più duro è invece verso sè stesso, impegnato fino allo spasmo nel tentativo di diventare il maggiordomo perfetto.
Mr. Steven è una persona incapace di relazioni umane spontanee e di manifestare (e forse anche di provare) affetto. Ossessivo e meticoloso al limite del maniacale nell'eseguire il suo lavoro, può quasi rasentare il patologico.
Ishiguro con grande maestria ci fa immergere nel mondo di Mr. Steven e nei suoi pensieri. E' come se vedessimo attraverso i suoi occhi. Il linguaggio quasi ottocentesco ci trasporta in un epoca che vedeva in onore e dignità i valori su cui basare una vita. Un epoca che la Seconda Guerra Mondiale ha bruscamente e per sempre cancellato e di cui Mr. Stevens è un patetico superstite.
Nonostante (o forse proprio per) i suoi limiti il maggiordomo Steven ci suscita tenerezza e fino alla fine speriamo che possa superare i suoi limiti, ma sappiamo che non sarebbe in grado di lasciarsi andare ai sentimenti e alla vita. Così lo riaccompagnamo tra le rassicuranti pareti di Darlington Hall, dove l'attende il gravoso impegno di diventare il maggiordomo perfetto per il nuovo proprietario.
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