In una recente intervista Abraham Yehoshua afferma
che “In Israele ogni gruppo etnico afferma la
propria memoria storica sacrificando il dialogo e la vita quotidiana (…) Siamo
divisi in molti gruppi etnici e siamo esageratamente attaccati alla memoria, e
non a quello che accade attorno a noi (…) La troppa memoria si trasforma in una
barriera contro l’amicizia e la cooperazione tra persone”. Per Yehoshua quindi “Troppa memoria è
pericolosa” e allora il protagonista de Il
Tunnel è un uomo alle soglie della demenza, che sta per perdere la memoria
e ritrovare la sua umanità. Zvi Luria ha lavorato una vita costruendo strade e
tunnel, senza curarsi di dove passano e dove portano, delle persone che ci
viaggiano e ci vivono vicino. Per evitare possibili problemi ha anche evitato
di conoscere i dettagli personali delle vite dei suoi colleghi, di cui sa
praticamente solo nome e cognome. Ma poi i nomi hanno incominciato a svanire
dalla sua mente, numeri, indirizzi, avvenimenti e Zvi Luria è cambiato, ha abbassato
le difese lasciandosi coinvolgere dagli avvenimenti e dalle persone.
E’diventato empatico, ha incominciato a interessarsi alla vita delle persone
che incontra e a volerle aiutare e proprio per aiutare un giovane ingegnere e
una famiglia di palestinesi (e forse in qualche modo anche sè stesso) progetta
il suo ultimo tunnel. Sul tracciato di una strada militare in progettazione infatti,
si trova una collina, un luogo ricco di storia (un antico insediamento nabateo)
e di vita, e dovrebbe essere distrutta, spianata, cancellata. Invece il tunnel,
che passa sotto la collina, protegge chi vi abita, preserva il passato e
nasconde il tutto alla vista di chi vi transita. Il tunnel è come la mente
confusa e la memoria di Zvi che sta svanendo piano piano, consente di andare
oltre gli ostacoli e i problemi. La malattia di Zvi Luria lo lascia senza
ricordi, come nudo davanti al tunnel che è il suo futuro, ma non triste e
disperato perché non è solo. Vicino a lui ci sono la moglie e i figli che lo
amano di un amore saldo e immutabile. Come conclude Yehoshua “L’amore
è il fulcro, il più prezioso elemento dell’anima umana (...) Cosa sarebbe
l’essere umano senza l’amore”.