giovedì 8 novembre 2018

La sovrana lettrice di Alan Bennett


 
Alan Bennett è nato a Leeds (1934) e precisamente nel quartiere operaio Armley. Figlio di un macellaio, dopo gli studi secondari ha vinto una borsa di studio ad Oxford presso l'Exeter College, dove si è laureato in storia e dove è rimasto per diversi anni come ricercatore e docente di storia medievale, finché non ha abbandonato il mondo accademico per dedicarsi al teatro. Nel 1960, ha esordito come attore e coautore dello spettacolo Beyond the Fringe. Nel 1968, a Londra è andata in scena la sua prima commedia: Forty Years On. È del 1996 la sua commedia La pazzia di Re Giorgio, che lui stesso ha sceneggiato per la trasposizione cinematografica del 1994. Nel 2004 è avvenuta la prima rappresentazione della commedia The History Boys (Gli studenti di storia), che ha vinto 6 Tony Award e da cui, nel 2006, è stato tratto l'omonimo film. Tra i suoi lavori più celebri spicca anche la serie di monologhi Talking Heads (Signore e signori) (1988 - 1998), nei quali rientrano Una patatina nello zucchero, La grande occasione e Un letto fra le lenticchie, resi poi celebri nel panorama teatrale italiano grazie alle interpretazioni dell'attrice Anna Marchesini.

Trama

Arrivata quasi all’età di ottant’anni, la Regina Elisabetta II scopre la lettura. Per tutta la vita i libri l’hanno circondata, stipati nei polverosi scaffali delle biblioteche dei palazzi regali, ma lei non ha mai conosciuto il piacere della lettura. Lo scopre un giorno, per puro caso, quando i suoi cani dopo essere rientrati ritornano in cortile e iniziano ad abbaiare. Abbaiano a un furgone, “grande come quello dei traslochi”, parcheggiato di fronte alle cucine del palazzo. È la biblioteca circolante del distretto di Westminster; Sua Maestà non l’ha mai vista lì davanti e, dato il baccano provocato dai cani, sale gli scalini per andare a scusarsi. Conosce così il signor Hutchings, il bibliotecario, e un giovanotto bruttino dai capelli rossi, di nome Norman, che lavora nelle cucine del palazzo reale e divora libri. Vincendo la propria iniziale diffidenza, la regina chiede in prestito un libro, più per gentilezza che per reale interesse, ma da quel momento in poi tutto cambia. La sovrana, conquistata pagina dopo pagina dalla parola scritta e dalle narrazioni che sceglie ogni settimana, chiede che il ragazzo “mingherlino e pel di carota” salga ai piani alti e lasci le cucine per diventare il suo personale assistente di lettura.
Quel che è più divertente è che l’irruzione dei libri nell’universo regale ha effetti di generale stravolgimento degli equilibri di palazzo. Spassosi i dialoghi tra la regina e il suo segretario privato, Sir Kevin Scatchard, "un diligentissimo neozelandese dal quale ci si aspettavano grandi cose", uomo un po’ limitato che vive con autentico terrore l’idea che la sovrana trascuri gli impegni di corte, le convenzioni e il protocollo per mettersi a fantasticare rapita dai libri. I timori di Sir Kevin non si rivelano infondati: di lì a poco la regina inizia a trovare sempre più noiose le incombenze regali, le uscite pubbliche, gli incontri con i sudditi.
Oltre a quelli con il segretario privato sono deliziosi i dialoghi con le dame di compagnia, il primo ministro, totalmente ignorante in fatto di letteratura, gli altri capi di stato. Sua Maestà, per esempio, mette terribilmente in imbarazzo il presidente francese chiedendo una sua opinione su Jean Genet durante un banchetto.
Ma quel che è grande nel romanzo di Bennett è la capacità di raccontare il cambiamento di prospettiva, la metamorfosi psicologica che i libri creano nella regina. Come se per decenni avesse guardato il mondo da un luogo buio e appartato, adesso è sopraffatta da un’estrema curiosità verso la vita in tutte le sue forme e verso l’uomo; si accorge che nei libri può trovare le risposte a quelle domande che non aveva avuto mai il coraggio di porre neanche a se stessa.
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